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Manifest der Kommunistischen Partei
Karl Marx
(1848)

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Il Manifesto del Partito Comunista 共產黨宣言
I. Borghesi e Proletari一、資產者和無產者[1]
La storia di ogni società esistita fino a questo momento, è storia di lotte di classi.

Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in breve, oppressori e oppressi, furono continuamente in reciproco contrasto, e condussero una lotta ininterrotta, ora latente ora aperta; lotta che ogni volta è finita o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la comune rovina delle classi in lotta.

Nelle epoche passate della storia troviamo quasi dappertutto una completa articolazione della società in differenti ordini, una molteplice graduazione delle posizioni sociali. In Roma antica abbiamo patrizi, cavalieri, plebei, schiavi; nel medioevo signori feudali, vassalli, membri delle corporazioni, garzoni, servi della gleba, e, per di più, anche particolari graduazioni in quasi ognuna di queste classi.

La società civile moderna, sorta dal tramonto della società feudale, non ha eliminato gli antagonismi fra le classi. Essa ha soltanto sostituito alle antiche, nuove classi, nuove condizioni di oppressione, nuove forme di lotta.

La nostra epoca, l'epoca della borghesia, si distingue però dalle altre per aver semplificato gli antagonismi di classe. L'intera società si va scindendo sempre più in due grandi campi nemici, in due grandi classi direttamente contrapposte l'una all'altra: borghesia e proletariato.

Dai servi della gleba del medioevo sorse il popolo minuto delle prime città; da questo popolo minuto si svilupparono i primi elementi della borghesia.

La scoperta dell'America, la circumnavigazione dell'Africa crearono alla sorgente borghesia un nuovo terreno. Il mercato delle Indie orientali e della Cina, la colonizzazione dell'America, gli scambi con le colonie, l'aumento dei mezzi di scambio e delle merci in genere diedero al commercio, alla navigazione, all'industria uno slancio fino allora mai conosciuto, e con ciò impressero un rapido sviluppo all'elemento rivoluzionario entro la società feudale in disgregazione.

L'esercizio dell'industria, feudale o corporativo, in uso fino allora non bastava più al fabbisogno che aumentava con i nuovi mercati. Al suo posto subentrò la manifattura. Il medio ceto industriale soppiantò i maestri artigiani; la divisione del lavoro fra le diverse corporazioni scomparve davanti alla divisione del lavoro nella singola officina stessa.

Ma i mercati crescevano sempre, il fabbisogno saliva sempre. Neppure la manifattura era più sufficiente. Allora il vapore e le macchine rivoluzionarono la produzione industriale. All'industria manifatturiera subentrò la grande industria moderna; al ceto medio industriale subentrarono i milionari dell'industria, i capi di interi eserciti industriali, i borghesi moderni.

La grande industria ha creato quel mercato mondiale, ch'era stato preparato dalla scoperta dell'America. Il mercato mondiale ha dato uno sviluppo immenso al commercio, alla navigazione, alle comunicazioni per via di terra. Questo sviluppo ha reagito a sua volta sull'espansione dell'industria, e nella stessa misura in cui si estendevano industria, commercio, navigazione, ferrovie, si è sviluppata la borghesia, ha accresciuto i suoi capitali e ha respinto nel retroscena tutte le classi tramandate dal medioevo.

Vediamo dunque come la borghesia moderna è essa stessa il prodotto d'un lungo processo di sviluppo, d'una serie di rivolgimenti nei modi di produzione e di traffico.

Ognuno di questi stadi di sviluppo della borghesia era accompagnato da un corrispondente progresso politico. Ceto oppresso sotto il dominio dei signori feudali, insieme di associazioni armate ed autonome nel Comune, talvolta sotto la forma di repubblica municipale indipendente, talvolta di terzo stato tributario della monarchia, poi all'epoca dell'industria manifatturiera, nella monarchia controllata dagli stati come in quella assoluta, contrappeso alla nobiltà, e fondamento principale delle grandi monarchie in genere, la borghesia, infine, dopo la creazione della grande industria e del mercato mondiale, si è conquistata il dominio politico esclusivo dello Stato rappresentativo moderno. Il potere statale moderno non è che un comitato che amministra gli affari comuni di tutta la classe borghese.

La borghesia ha avuto nella storia una parte sommamente rivoluzionaria.

Dove ha raggiunto il dominio, la borghesia ha distrutto tutte le condizioni di vita feudali, patriarcali, idilliche. Ha lacerato spietatamente tutti i variopinti vincoli feudali che legavano l'uomo al suo superiore naturale, e non ha lasciato fra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, il freddo "pagamento in contanti". Ha affogato nell'acqua gelida del calcolo egoistico i sacri brividi dell'esaltazione devota, dell'entusiasmo cavalleresco, della malinconia filistea. Ha disciolto la dignità personale nel valore di scambio e al posto delle innumerevoli libertà patentate e onestamente conquistate, ha messo, unica, la libertà di commercio priva di scrupoli. In una parola: ha messo lo sfruttamento aperto, spudorato, diretto e arido al posto dello sfruttamento mascherato d'illusioni religiose e politiche.

La borghesia ha spogliato della loro aureola tutte le attività che fino allora erano venerate e considerate con pio timore. Ha tramutato il medico, il giurista, il prete, il poeta, l'uomo della scienza, in salariati ai suoi stipendi.

La borghesia ha strappato il commovente velo sentimentale al rapporto familiare e lo ha ricondotto a un puro rapporto di denaro.

La borghesia ha svelato come la brutale manifestazione di forza che la reazione ammira tanto nel medioevo, avesse la sua appropriata integrazione nella più pigra infingardaggine. Solo la borghesia ha dimostrato che cosa possa compiere l'attività dell'uomo. Essa ha compiuto ben altre meraviglie che le piramidi egiziane, acquedotti romani e cattedrali gotiche, ha portato a termine ben altre spedizioni che le migrazioni dei popoli e le crociate.

La borghesia non può esistere senza rivoluzionare continuamente gli strumenti di produzione, i rapporti di produzione, dunque tutti i rapporti sociali. Prima condizione di esistenza di tutte le classi industriali precedenti era invece l'immutato mantenimento del vecchio sistema di produzione. Il continuo rivoluzionamento della produzione, l'ininterrotto scuotimento di tutte le situazioni sociali, l'incertezza e il movimento eterni contraddistinguono l'epoca dei borghesi fra tutte le epoche precedenti. Si dissolvono tutti i rapporti stabili e irrigiditi, con il loro seguito di idee e di concetti antichi e venerandi, e tutte le idee e i concetti nuovi invecchiano prima di potersi fissare. Si volatilizza tutto ciò che vi era di corporativo e di stabile, è profanata ogni cosa sacra, e gli uomini sono finalmente costretti a guardare con occhio disincantato la propria posizione e i propri reciproci rapporti.

Il bisogno di uno smercio sempre più esteso per i suoi prodotti sospinge la borghesia a percorrere tutto il globo terrestre. Dappertutto deve annidarsi, dappertutto deve costruire le sue basi, dappertutto deve creare relazioni.

Con lo sfruttamento del mercato mondiale la borghesia ha dato un'impronta cosmopolitica alla produzione e al consumo di tutti i paesi. Ha tolto di sotto i piedi dell'industria il suo terreno nazionale, con gran rammarico dei reazionari. Le antichissime industrie nazionali sono state distrutte, e ancora adesso vengono distrutte ogni giorno. Vengono soppiantate da industrie nuove, la cui introduzione diventa questione di vita o di morte per tutte le nazioni civili, da industrie che non lavorano più soltanto le materie prime del luogo, ma delle zone più remote, e i cui prodotti non vengono consumati solo dal paese stesso, ma anche in tutte le parti del mondo. Ai vecchi bisogni, soddisfatti con i prodotti del paese, subentrano bisogni nuovi, che per essere soddisfatti esigono i prodotti dei paesi e dei climi più lontani. All'antica autosufficienza e all'antico isolamento locali e nazionali subentra uno scambio universale, una interdipendenza universale fra le nazioni. E come per la produzione materiale, così per quella intellettuale. I prodotti intellettuali delle singole nazioni divengono bene comune. L'unilateralità e la ristrettezza nazionali divengono sempre più impossibili, e dalle molte letterature nazionali e locali si forma una letteratura mondiale.

Con il rapido miglioramento di tutti gli strumenti di produzione, con le comunicazioni infinitamente agevolate, la borghesia trascina nella civiltà tutte le nazioni, anche le più barbare. I bassi prezzi delle sue merci sono l'artiglieria pesante con la quale spiana tutte le muraglie cinesi, con la quale costringe alla capitolazione la più tenace xenofobia dei barbari. Costringe tutte le nazioni ad adottare il sistema di produzione della borghesia, se non vogliono andare in rovina, le costringe ad introdurre in casa loro la cosiddetta civiltà, cioè a diventare borghesi. In una parola: essa si crea un mondo a propria immagine e somiglianza.

La borghesia ha assoggettato la campagna al dominio della città. Ha creato città enormi, ha accresciuto su grande scala la cifra della popolazione urbana in confronto di quella rurale, strappando in tal modo una parte notevole della popolazione all'idiotismo della vita rurale. Come ha reso la campagna dipendente dalla città, la borghesia ha reso i paesi barbari e semibarbari dipendenti da quelli inciviliti, i popoli di contadini da quelli di borghesi, l'Oriente dall'Occidente.

La borghesia elimina sempre più la dispersione dei mezzi di produzione, della proprietà e della popolazione. Ha agglomerato la popolazione, ha centralizzato i mezzi di produzione, e ha concentrato in poche mani la proprietà. Ne è stata conseguenza necessaria la centralizzazione politica. Province indipendenti, legate quasi solo da vincoli federali, con interessi, leggi, governi e dazi differenti, vennero strette in una sola nazione, sotto un solo governo, una sola legge, un solo interesse nazionale di classe, entro una sola barriera doganale.

Durante il suo dominio di classe appena secolare la borghesia ha creato forze produttive in massa molto maggiore e più colossali che non avessero mai fatto tutte insieme le altre generazioni del passato. Il soggiogamento delle forze naturali, le macchine, l'applicazione della chimica all'industria e all'agricoltura, la navigazione a vapore, le ferrovie, i telegrafi elettrici, il dissodamento d'interi continenti, la navigabilità dei fiumi, popolazioni intere sorte quasi per incanto dal suolo -quale dei secoli antecedenti immaginava che nel grembo del lavoro sociale stessero sopite tali forze produttive?

Ma abbiamo visto che i mezzi di produzione e di scambio sulla cui base si era venuta costituendo la borghesia erano stati prodotti entro la società feudale. A un certo grado dello sviluppo di quei mezzi di produzione e di scambio, le condizioni nelle quali la società feudale produceva e scambiava, l'organizzazione feudale dell'agricoltura e della manifattura, in una parola i rapporti feudali della proprietà, non corrisposero più alle forze produttive ormai sviluppate. Essi inceppavano la produzione invece di promuoverla. Si trasformarono in altrettante catene. Dovevano essere spezzate e furono spezzate.

Ad esse subentrò la libera concorrenza con la confacente costituzione sociale e politica, con il dominio economico e politico della classe dei borghesi.

Sotto i nostri occhi si svolge un moto analogo. I rapporti borghesi di produzione e di scambio, i rapporti borghesi di proprietà, la società borghese moderna che ha creato per incanto mezzi di produzione e di scambio così potenti, rassomiglia al mago che non riesce più a dominare le potenze degli inferi da lui evocate. Sono decenni ormai che la storia dell'industria e del commercio è soltanto storia della rivolta delle forze produttive moderne contro i rapporti moderni della produzione, cioè contro i rapporti di proprietà che costituiscono le condizioni di esistenza della borghesia e del suo dominio. Basti ricordare le crisi commerciali che col loro periodico ritorno mettono in forse sempre più minacciosamente l'esistenza di tutta la società borghese.

Nelle crisi commerciali viene regolarmente distrutta non solo una parte dei prodotti ottenuti, ma addirittura gran parte delle forze produttive già create. Nelle crisi scoppia una epidemia sociale che in tutte le epoche precedenti sarebbe apparsa un assurdo: l'epidemia della sovraproduzione. La società si trova all'improvviso ricondotta a uno stato di momentanea barbarie; sembra che una carestia, una guerra generale di sterminio le abbiano tagliato tutti i mezzi di sussistenza; l'industria, il commercio sembrano distrutti. E perché? Perché la società possiede troppa civiltà, troppi mezzi di sussistenza, troppa industria, troppo commercio. Le forze produttive che sono a sua disposizione non servono più a promuovere la civiltà borghese e i rapporti borghesi di proprietà; anzi, sono divenute troppo potenti per quei rapporti e ne vengono ostacolate, e appena superano questo ostacolo mettono in disordine tutta la società borghese, mettono in pericolo l'esistenza della proprietà borghese. I rapporti borghesi sono divenuti troppo angusti per poter contenere la ricchezza da essi stessi prodotta. -Con quale mezzo la borghesia supera le crisi? Da un lato, con la distruzione coatta di una massa di forze produttive; dall'altro, con la conquista di nuovi mercati e con lo sfruttamento più intenso dei vecchi. Dunque, con quali mezzi? Mediante la preparazione di crisi più generali e più violente e la diminuzione dei mezzi per prevenire le crisi stesse.

A questo momento le armi che son servite alla borghesia per atterrare il feudalesimo si rivolgono contro la borghesia stessa.

Ma la borghesia non ha soltanto fabbricato le armi che la porteranno alla morte; ha anche generato gli uomini che impugneranno quelle armi: gli operai moderni, i proletari.

Nella stessa proporzione in cui si sviluppa la borghesia, cioè il capitale, si sviluppa il proletariato, la classe degli operai moderni, che vivono solo fintantoché trovano lavoro, e che trovano lavoro solo fintantoché il loro lavoro aumenta il capitale. Questi operai, che sono costretti a vendersi al minuto, sono una merce come ogni altro articolo commerciale, e sono quindi esposti, come le altre merci, a tutte le alterne vicende della concorrenza, a tutte le oscillazioni del mercato.

Con l'estendersi dell'uso delle macchine e con la divisione del lavoro, il lavoro dei proletari ha perduto ogni carattere indipendente e con ciò ogni attrattiva per l'operaio. Egli diviene un semplice accessorio della macchina, al quale si richiede soltanto un'operazione manuale semplicissima, estremamente monotona e facilissima da imparare. Quindi le spese che causa l'operaio si limitano quasi esclusivamente ai mezzi di sussistenza dei quali egli ha bisogno per il proprio mantenimento e per la riproduzione della specie. Ma il prezzo di una merce, quindi anche quello del lavoro, è uguale ai suoi costi di produzione. Quindi il salario decresce nella stessa proporzione in cui aumenta il tedio del lavoro. Anzi, nella stessa proporzione dell'aumento dell'uso delle macchine e della divisione del lavoro, aumenta anche la massa del lavoro, sia attraverso l'aumento delle ore di lavoro, sia attraverso l'aumento del lavoro che si esige in una data unità di tempo, attraverso l'accresciuta celerità delle macchine, e così via.

L'industria moderna ha trasformato la piccola officina del maestro artigiano patriarcale nella grande fabbrica del capitalista industriale. Masse di operai addensate nelle fabbriche vengono organizzate militarmente. E vengono poste, come soldati semplici dell'industria, sotto la sorveglianza di una completa gerarchia di sottufficiali e ufficiali. Gli operai non sono soltanto servi della classe dei borghesi, ma vengono asserviti giorno per giorno, ora per ora dalla macchina, dal sorvegliante, e soprattutto dal singolo borghese fabbricante in persona. Questo dispotismo è tanto più meschino, odioso ed esasperante, quanto più apertamente esso proclama come fine ultimo il guadagno.

Quanto meno il lavoro manuale esige abilità ed esplicazione di forza, cioè quanto più si sviluppa l'industria moderna, tanto più il lavoro degli uomini viene soppiantato da quello delle donne [e dei fanciulli]. Per la classe operaia non han più valore sociale le differenze di sesso e di età. Ormai ci sono soltanto strumenti di lavoro che costano più o meno a seconda dell'età e del sesso.

Quando lo sfruttamento dell'operaio da parte del padrone di fabbrica è terminato in quanto all'operaio viene pagato il suo salario in contanti, si gettano su di lui le altre parti della borghesia, il padron di casa, il bottegaio, il prestatore su pegno e così via.

Quelli che fino a questo momento erano i piccoli ordini medi, cioè i piccoli industriali, i piccoli commercianti e coloro che vivevano di piccole rendite, gli artigiani e i contadini, tutte queste classi precipitano nel proletariato, in parte per il fatto che il loro piccolo capitale non è sufficiente per l'esercizio della grande industria e soccombe nella concorrenza con i capitalisti più forti, in parte per il fatto che la loro abilità viene svalutata da nuovi sistemi di produzione. Così il proletariato si recluta in tutte le classi della popolazione.

Il proletariato passa attraverso vari gradi di sviluppo. La sua lotta contro la borghesia comincia con la sua esistenza.

Da principio singoli operai, poi gli operai di una fabbrica, poi gli operai di una branca di lavoro in un dato luogo lottano contro il singolo borghese che li sfrutta direttamente.

Essi non dirigono i loro attacchi soltanto contro i rapporti borghesi di produzione, ma contro gli stessi strumenti di produzione; distruggono le merci straniere che fan loro concorrenza, fracassano le macchine, danno fuoco alle fabbriche, cercano di riconquistarsi la tramontata posizione del lavoratore medievale.

In questo stadio gli operai costituiscono una massa disseminata per tutto il paese e dispersa a causa della concorrenza. La solidarietà di maggiori masse operaie non è ancora il risultato della loro propria unione, ma della unione della borghesia, la quale, per il raggiungimento dei propri fini politici, deve mettere in movimento tutto il proletariato, e per il momento può ancora farlo. Dunque, in questo stadio i proletari combattono non i propri nemici, ma i nemici dei propri nemici, gli avanzi della monarchia assoluta, i proprietari fondiari, i borghesi non industriali, i piccoli borghesi. Così tutto il movimento della storia è concentrato nelle mani della borghesia; ogni vittoria raggiunta in questo modo è una vittoria della borghesia.

Ma il proletariato, con lo sviluppo dell'industria, non solo si moltiplica; viene addensato in masse più grandi, la sua forza cresce, ed esso la sente di più. Gli interessi, le condizioni di esistenza all'interno del proletariato si vanno sempre più agguagliando man mano che le macchine cancellano le differenze del lavoro e fanno discendere quasi dappertutto il salario a un livello ugualmente basso. La crescente concorrenza dei borghesi fra di loro e le crisi commerciali che ne derivano rendono sempre più oscillante il salario degli operai; l'incessante e sempre più rapido sviluppo del perfezionamento delle macchine rende sempre più incerto il complesso della loro esistenza; le collisioni fra il singolo operaio e il singolo borghese assumono sempre più il carattere di collisioni di due classi. Gli operai cominciano col formare coalizioni contro i borghesi, e si riuniscono per difendere il loro salario. Fondano perfino associazioni permanenti per approvvigionarsi in vista di quegli eventuali sollevamenti. Qua e là la lotta prorompe in sommosse.

Ogni tanto vincono gli operai; ma solo transitoriamente. Il vero e proprio risultato delle lotte non è il successo immediato, ma il fatto che l'unione degli operai si estende sempre più. Essa è favorita dall'aumento dei mezzi di comunicazione, prodotti dalla grande industria, che mettono in collegamento gli operai delle diverse località. E basta questo collegamento per centralizzare in una lotta nazionale, in una lotta di classe, le molte lotte locali che hanno dappertutto uguale carattere. Ma ogni lotta di classi è lotta politica. E quella unione per la quale i cittadini del medioevo con le loro strade vicinali ebbero bisogno di secoli, i proletari moderni con le ferrovie la attuano in pochi anni.

Questa organizzazione dei proletari in classe e quindi in partito politico torna ad essere spezzata ogni momento dalla concorrenza fra gli operai stessi. Ma risorge sempre di nuovo, più forte, più salda, più potente. Essa impone il riconoscimento in forma di legge di singoli interessi degli operai, approfittando delle scissioni all'interno della borghesia. Così fu per la legge delle dieci ore di lavoro in Inghilterra.

In genere, i conflitti insiti nella vecchia società promuovono in molte maniere il processo evolutivo del proletariato. La borghesia è sempre in lotta; da principio contro l'aristocrazia, più tardi contro le parti della stessa borghesia i cui interessi vengono a contrasto con il progresso dell'industria, e sempre contro la borghesia di tutti i paesi stranieri. In tutte queste lotte essa si vede costretta a fare appello al proletariato, a valersi del suo aiuto, e a trascinarlo così entro il movimento politico. Essa stessa dunque reca al proletariato i propri elementi di educazione, cioè armi contro se stessa.

Inoltre, come abbiamo veduto, il progresso dell'industria precipita nel proletariato intere sezioni della classe dominante, o per lo meno ne minaccia le condizioni di esistenza. Anch'esse arrecano al proletariato una massa di elementi di educazione.

Infine, in tempi nei quali la lotta delle classi si avvicina al momento decisivo, il processo di disgregazione all'interno della classe dominante, di tutta la vecchia società, assume un carattere così violento, così aspro, che una piccola parte della classe dominante si distacca da essa e si unisce alla classe rivoluzionaria, alla classe che tiene in mano l'avvenire. Quindi, come prima una parte della nobiltà era passata alla borghesia, così ora una parte della borghesia passa al proletariato; e specialmente una parte degli ideologi borghesi, che sono riusciti a giungere alla intelligenza teorica del movimento storico nel suo insieme.

Fra tutte le classi che oggi stanno di contro alla borghesia, il proletariato soltanto è una classe realmente rivoluzionaria. Le altre classi decadono e tramontano con la grande industria; il proletariato è il suo prodotto più specifico.

Gli ordini medi, il piccolo industriale, il piccolo commerciante, l'artigiano, il contadino, combattono tutti la borghesia, per premunire dalla scomparsa la propria esistenza come ordini medi. Quindi non sono rivoluzionari, ma conservatori. Anzi, sono reazionari, poiché cercano di far girare all'indietro la ruota della storia. Quando sono rivoluzionari, sono tali in vista del loro imminente passaggio al proletariato, non difendono i loro interessi presenti, ma i loro interessi futuri, e abbandonano il proprio punto di vista, per mettersi da quello del proletariato.

Il sottoproletariato, questa putrefazione passiva degli infimi strati della società, che in seguito a una rivoluzione proletaria viene scagliato qua e là nel movimento, sarà più disposto, date tutte le sue condizioni di vita, a lasciarsi comprare per mene reazionarie.

Le condizioni di esistenza della vecchia società sono già annullate nelle condizioni di esistenza del proletariato. Il proletario è senza proprietà; il suo rapporto con moglie e figli non ha più nulla in comune con il rapporto familiare borghese; il lavoro industriale moderno, il soggiogamento moderno del capitale, identico in Inghilterra e in Francia, in America e in Germania, lo ha spogliato di ogni carattere nazionale. Leggi, morale, religione sono per lui altrettanti pregiudizi borghesi, dietro i quali si nascondono altrettanti interessi borghesi.

Tutte le classi che si sono finora conquistato il potere hanno cercato di garantire la posizione di vita già acquisita, assoggettando l'intera società alle condizioni della loro acquisizione. I proletari possono conquistarsi le forze produttive della società soltanto abolendo il loro proprio sistema di appropriazione avuto sino a questo momento, e per ciò stesso l'intero sistema di appropriazione che c'è stato finora. I proletari non hanno da salvaguardare nulla di proprio, hanno da distruggere tutta la sicurezza privata e tutte le assicurazioni private che ci sono state fin qui.

Tutti i movimenti precedenti sono stati movimenti di minoranze, o avvenuti nell'interesse di minoranze. Il movimento proletario è il movimento indipendente della immensa maggioranza. Il proletariato, lo strato più basso della società odierna, non può sollevarsi, non può drizzarsi, senza che salti per aria l'intera soprastruttura degli strati che formano la società ufficiale.

La lotta del proletariato contro la borghesia è in un primo tempo lotta nazionale, anche se non sostanzialmente, certo formalmente. E` naturale che il proletariato di ciascun paese debba anzitutto sbrigarsela con la propria borghesia.

Delineando le fasi più generali dello sviluppo del proletariato, abbiamo seguito la guerra civile più o meno latente all'interno della società attuale, fino al momento nel quale quella guerra erompe in aperta rivoluzione e nel quale il proletariato fonda il suo dominio attraverso il violento abbattimento della borghesia.

Ogni società si è basata finora, come abbiam visto, sul contrasto fra classi di oppressori e classi di oppressi. Ma, per poter opprimere una classe, le debbono essere assicurate condizioni entro le quali essa possa per lo meno stentare la sua vita di schiava. Il servo della gleba, lavorando nel suo stato di servo della gleba, ha potuto elevarsi a membro del comune, come il cittadino minuto, lavorando sotto il giogo dell'assolutismo feudale, ha potuto elevarsi a borghese. Ma l'operaio moderno, invece di elevarsi man mano che l'industria progredisce, scende sempre più al disotto delle condizioni della sua propria classe. L'operaio diventa un povero, e il pauperismo si sviluppa anche più rapidamente che la popolazione e la ricchezza. Da tutto ciò appare manifesto che la borghesia non è in grado di rimanere ancora più a lungo la classe dominante della società e di imporre alla società le condizioni di vita della propria classe come legge regolatrice. Non è capace di dominare, perché non è capace di garantire l'esistenza al proprio schiavo neppure entro la sua schiavitù, perché è costretta a lasciarlo sprofondare in una situazione nella quale, invece di esser da lui nutrita, essa è costretta a nutrirlo. La società non può più vivere sotto la classe borghese, vale a dire la esistenza della classe borghese non è più compatibile con la società.

La condizione più importante per l'esistenza e per il dominio della classe borghese è l'accumularsi della ricchezza nelle mani di privati, la formazione e la moltiplicazione del capitale; condizione del capitale è il lavoro salariato. Il lavoro salariato poggia esclusivamente sulla concorrenza degli operai tra di loro. Il progresso dell'industria, del quale la borghesia è veicolo involontario e passivo, fa subentrare all'isolamento degli operai risultante dalla concorrenza, la loro unione rivoluzionaria, risultante dall'associazione. Con lo sviluppo della grande industria, dunque, vien tolto di sotto ai piedi della borghesia il terreno stesso sul quale essa produce e si appropria i prodotti. Essa produce anzitutto i suoi seppellitori. Il suo tramonto e la vittoria del proletariato sono del pari inevitabili.




到目前為止的一切社會的歷史[2]都是階級鬥爭的歷史。

自由民和奴隸、貴族和平民、領主和農奴、行會師傅[3]和幫工,一句話,壓迫者和被壓迫者,始終處於相互對立的地位,進行不斷的、有時隱蔽有時公開的鬥爭,而每一次鬥爭的結局都是整個社會受到革命改造或者鬥爭的各階級同歸於盡。

在過去的各個歷史時代,我們幾乎到處都可以看到社會完全劃分為各個不同的等級,看到由各種社會地位構成的多級的階梯。在古羅馬,有貴族、騎士、平民、奴隸,在中世紀,有封建領主、陪臣、行會師傅、幫工、農奴,而且幾乎在每一個階級內部又有各種獨特的等第。

從封建社會的滅亡中產生出來的現代資產階級社會並沒有消滅階級對立。它只是用新的階級、新的壓迫條件、新的鬥爭形式代替了舊的。

但是,我們的時代,資產階級時代,卻有一個特點:它使階級對立簡單化了。整個社會日益分裂為兩大敵對的陣營,分裂為兩大相互直接對立的階級:資產階級和無產階級。

從中世紀的農奴中產生了初期城市的城關市民;從這個市民等級中發展出最初的資產階級分子。

美洲的發現、繞過非洲的航行,給新興的資產階級開闢了新的活動場所。東印度和中國的市場、美洲的殖民化、對殖民地的貿易、交換手段和一般的商品的增加,使商業、航海業和工業空前高漲,因而使正在崩潰的封建社會內部的革命因素迅速發展。

以前那種封建的或行會的工業經營方式已經不能滿足隨著新市場的出現而增加的需求了。工場手工業代替了這種經營方式。行會師傅被工業的中間等級排擠掉了;各種行業組合之間的分工隨著各個作坊內部的分工的出現而消失了。

但是,市場總是在擴大,需求總是在增加。甚至工場手工業也不再能滿足需要了。於是,蒸汽和機器引起了工業生產的革命。現代大工業代替了工場手工業;工業中的百萬富翁,整批整批產業軍的統領,現代資產者,代替了工業的中間等級。

大工業建立了由美洲的發現所準備好的世界市場。世界市場使商業、航海業和陸路交通得到了巨大的發展。這種發展又反過來促進了工業的擴展,同時,工業、商業、航海業和鐵路愈是擴展,資產階級也愈是發展,愈是增加自己的資本,愈是把中世紀遺留下來的一切階級都排擠到後面去。

由此可見,現代資產階級本身是一個長期發展過程的產物,是生產方式和交換方式的一系列變革的產物。

資產階級的這種發展的每一個階段,都有相應的政治上的成就[4]伴隨著。它在封建領主統治下是被壓迫的等級,在公社[5]裡是武裝的和自治的團體,在一些地方組成獨立的城市共和國[6],在另一些地方組成君主國中的納稅的第三等級[7],後來,在工場手工業時期,它是等級制君主國或專制君主國中同貴族抗衡的勢力,甚至是大君主國的主要基礎;最後,從大工業和世界市場建立的時候起,它在現代的代議制國家裡奪得了獨占的政治統治。現代的國家政權不過是管理整個資產階級的共同事務的委員會罷了。

資產階級在歷史上曾經起過非常革命的作用。

資產階級在它已經取得了統治的地方把一切封建的、宗法的和田園詩般的關係都破壞了。它無情地斬斷了把人們束縛於天然首長的形形色色的封建羈絆,它使人和人之間除了赤裸裸的利害關係,除了冷酷無情的「現金交易」,就再也沒有任何別的聯係了。它把宗教的虔誠、騎士的熱忱、小市民的傷感這些情感的神聖激發,淹沒在利己主義打算的冰水之中。它把人的尊嚴變成了交換價值,用一種沒有良心的貿易自由代替了無數特許的和自力掙得的自由。總而言之,它用公開的、無恥的、直接的、露骨的剝削代替了由宗教幻想和政治幻想掩蓋著的剝削。

資產階級抹去了一切向來受人尊崇和令人敬畏的職業的靈光。它把醫生、律師、教士、詩人和學者變成了它出錢招雇的雇傭勞動者。

資產階級撕下了罩在家庭關係上的溫情脈脈的面紗,把這種關係變成了純粹的金錢關係。

資產階級揭示了,在中世紀深受反動派稱許的好勇鬥狠,是以懶散怠惰作為它的相應的補充的。它第一次証明了,人的活動能夠取得什麼樣的成就。它創造了完全不同於埃及金字塔、羅馬水道和哥德式教堂的奇蹟;它完成了完全不同於民族大遷移和十字軍東征的遠征。

資產階級除非使生產工具,從而使生產關係,從而使全部社會關係不斷地革命化,否則就不能生存下去。反之,原封不動地保持舊的生產方式,卻是過去的一切工業階級生存的首要條件。生產的不斷變革,一切社會關係不停的動蕩,永遠的不安定和變動,這就是資產階級時代不同於過去[8]一切時代的地方。一切固定的古老的關係以及與之相適應的素被尊崇的觀念和見解都被消除了,一切新形成的關係等不到固定下來就陳舊了。一切固定的東西都煙消雲散了,一切神聖的東西都被褻瀆了。人們終於不得不用冷靜的眼光來看他們的生活地位、他們的相互關係。

不斷擴大產品銷路的需要,驅使資產階級奔走於全球各地。它必須到處落戶,到處創業,到處建立聯係。

資產階級,由於開拓了世界市場,使一切國家的生產和消費都成為世界性的了。不管反動派怎樣惋惜,資產階級還是挖掉了工業腳下的民族基礎。古老的民族工業被消滅了,並且每天都還在被消滅。它們被新的工業排擠掉了,新的工業的建立已經成為一切文明民族的生命攸關的問題;這些工業所加工的,已經不是本地的原料,而是來自極其遙遠的地區的原料;它們的產品不僅供本國消費,而且同時供世界各地消費。舊的、靠國產品來滿足的需要,被新的、要靠極其遙遠的國家和地帶的產品來滿足的需要所代替了。過去那種地方的和民族的自給自足和閉關自守狀態,被各民族的各方面的互相往來和各方面的互相依賴所代替了。物質的生產是如此,精神的生產也是如此。各民族的精神產品成了公共的財產。民族的片面性和局限性日益成為不可能,於是由許多種民族的和地方的文學形成了一種世界的文學[9]。

資產階級,由於一切生產工具的迅速改進,由於交通的極其便利,把一切民族甚至最野蠻的民族都捲到文明中來了。它的商品的低廉價格,是它用來摧毀一切萬里長城、征服野蠻人最頑強的仇外心理的重炮。它迫使一切民族──如果它們不想滅亡的話──採用資產階級的生產方式;它迫使它們在自己那裡推行所謂文明制度,即變成資產者。一句話,它按照自己的面貌為自己創造出一個世界。

資產階級使鄉村屈服於城市的統治。它創立了巨大的城市,使城市人口比農村人口大大增加起來,因而使很大一部分居民脫離了鄉村生活的愚昧狀態。正像它使鄉村從屬於城市一樣,它使未開化和半開化的國家從屬於文明的國家,使農民的民族從屬於資產階級的民族,使東方從屬於西方。

資產階級日甚一日地消滅生產資料、財產和人口的分散狀態。它使人口密集起來,使生產資料集中起來,使財產聚集在少數人的手裡。由此必然產生的後果就是政治的集中。各自獨立的、幾乎只有同盟關係的、各有不同利益、不同法律、不同政府、不同關稅的各個地區,現在已經結合為一個擁有統一的政府、統一的法律、統一的民族階級利益和統一的關稅的國家了。

資產階級在它的不到一百年的階級統治中所創造的生產力,比過去一切世代創造的全部生產力還要多,還要大。自然力的征服,機器的採用,化學在工業和農業中的應用,輪船的行駛,鐵路的通行,電報的使用,整個整個大陸的開墾,河川的通航,仿佛用法術從地下呼喚出來的大量人口,──過去哪一個世紀能夠料想到有這樣的生產力潛伏在社會勞動裡呢?

由此可見,資產階級賴以形成的生產資料和交換手段,是在封建社會裡造成的。在這些生產資料和交換手段發展的一定階段上,封建社會的生產和交換在其中進行的關係,封建的農業和工業組織,一句話,封建的所有制關係,就不再適應已經發展的生產力了。這種關係已經在阻礙生產而不是促進生產了[10]。它變成了束縛生產的桎梏。它必須被打破,而且果然被打破了。

起而代之的是自由競爭以及與自由競爭相適應的社會制度和政治制度、資產階級的經濟統治和政治統治。

現在,我們眼前又進行著類似的運動。資產階級的生產關係和交換關係,資產階級的所有制關係,這個曾經仿佛用法術創造了如此龐大的生產資料和交換手段的現代資產階級社會現在像一個巫師那樣不能再支配自己用符咒呼喚出來的魔鬼了。幾十年來的工業和商業的歷史,只不過是現代生產力反抗現代生產關係、反抗作為資產階級及其統治的存在條件的所有制關係的歷史。要証明這一點,只要指出在周期性的循環中愈來愈危及整個資產階級社會生存的商業危機就夠了。在商業危機期間,總是不僅有很大一部分製成的產品被毀滅掉,而且有很大一部分已經造成的生產力被毀滅掉。在危機期間,發生一種在過去一切時代看來都好像是荒唐現象的社會瘟疫,即生產過剩的瘟疫。社會突然發現自己回到了一時的野蠻狀態,仿佛是一次飢荒、一場普遍的毀滅性戰爭,吞噬了社會的全部生活資料,仿佛是工業和商業全被毀滅了,──這是什麼緣故呢?因為社會上文明過度,生活資料太多,工業和商業太發達。社會所擁有的生產力已經不能再促進資產階級文明和[11]資產階級所有制關係的發展,相反,生產力已經強大到這種關係所不能適應的地步,它已經受到這種關係的阻礙;而它一著手克服這種障礙,就使整個資產階級社會陷入混亂,就使資產階級所有制的存在受到威脅。資產階級的關係已經太狹窄了,再容納不了它本身所造成的財富了。──資產階級用什麼辦法來克服這種危機呢?一方面不得不消滅大量生產力,另一方面奪取新的市場,更加徹底地利用舊的市場。這究竟是怎樣的一種辦法呢?這不過是資產階級準備更全面更猛烈的危機的辦法,不過是使防止危機的手段愈來愈少的辦法。

資產階級用來推翻封建制度的武器,現在卻對準資產階級自己了。

但是,資產階級不僅鍛造了置自身於死地的武器;它還產生了將要運用這種武器的人──現代的工人,即無產者。

資產階級即資本愈發展,無產階級即現代工人階級也在同一程度上跟著發展;現代的工人只有當他們找到工作的時候才能生存,而且只有當他們的勞動增殖資本的時候才能找到工作。這些不得不把自己零星出賣的工人,像其他任何貨物一樣,也是一種商品,所以他們同樣地受到競爭方面的一切變化的影響,受到市場方面的一切波動的影響。

由於機器的推廣和分工的發展,無產者的勞動已經失去了任何獨立的性質,因而也失去了對工人的任何吸引力。工人變成了機器的單純的附屬品,要求他做的只是極其簡單、極其單調和極容易學會的操作。因此,花在工人身上的費用,幾乎只限於維持工人生活和延續工人後代所必需的生活資料。但是,商品的價格,從而勞動的價格[12],是同它的生產費用相等的。因此,勞動愈使人感到厭惡,工資也就愈減少。不僅如此,機器愈推廣,分工愈細致,勞動量也就愈增加,這或者是由於工作時間的延長,或者是由於在一定時間內所要求的勞動量的增加,機器運轉的加速,等等。

現代工業已經把家長式的師傅的小作坊變成了工業資本家的大工廠。擠在工廠裡的工人群眾就像士兵一樣被組織起來。他們是產業軍的普通士兵,受著各級軍士和軍官的層層監視。他們不僅是資產階級的、資產階級國家的奴隸,並且每日每時都受機器、受監工、首先是受各個廠主資產者本人的奴役。這種專制制度愈是公開地把發財致富宣布為自己的最終[13]目的,它就愈是可鄙、可恨和可惡。

手的操作所要求的技巧和氣力愈少,換句話說,現代工業愈發達,男工也就愈受到女工的排擠[14]。對工人階級來說,性別和年齡的差別再沒有什麼社會意義了。他們都只是勞動工具,不過因為年齡和性別的不同而需要不同的費用罷了。

當廠主對工人的剝削告一段落,工人領到了用現錢支付的工資的時候,馬上就有資產階級中的另一部分人──房東、店主、當鋪老板等等向他們捕來。

以前的中間等級的下層,即小工業家、小商人和小食利者,手工業者和農民──所有這些階級都降落到無產階級的隊伍裡來了,有的是因為他們的小資本不足以經營大工業,經不起較大的資本家的競爭;有的是因為他們的手藝已經被新的生產方法弄得一錢不值了。無產階級的隊伍就是這樣從居民的所有階級中得到補充的。

無產階級經歷了各個不同的發展階段。它反對資產階級的鬥爭是和它的存在同時開始的。

最初是個別的工人,然後是某一工廠的工人,然後是某一地方的某一勞動部門的工人,同直接剝削他們的個別資產者作鬥爭。他們不僅僅攻擊資產階級的生產關係,他們攻擊生產工具本身[15];他們毀壞那些來競爭的外國商品,搗毀機器,燒毀工廠,力圖恢復已經失去的中世紀工人的地位。

在這個階段上,工人們還是分散在全國各地並為競爭所分裂的群眾。廣大工人群眾的團結,還不是他們自己聯合的結果,而是資產階級聯合的結果,當時資產階級為了達到自己的政治目的必須而且暫時還能夠把整個無產階級發動起來。因此,在這個階段上,無產者不是同自己的敵人作鬥爭,而是同自己的敵人的敵人作鬥爭,即同君主專制的殘餘、地主、非工業資產者和小資產者作鬥爭。因此,整個歷史運動都集中在資產階級手裡;在這種條件下取得的每一個勝利都是資產階級的勝利。

但是,隨著工業的發展,無產階級不僅人數增加了,而且它結合成更大的集體,它的力量日益增長,它愈來愈感覺到自己的力量。機器使勞動的差別愈來愈小,使工資幾乎到處都降到同樣低的水平,因而無產階級的利益和生活狀況也愈來愈趨於一致。資產者彼此間日益加劇的競爭以及由此引起的商業危機,使工人的工資愈來愈不穩定;機器的日益迅速的和繼續不斷的改良,使工人的整個生活地位愈來愈沒有保障;個別工人和個別資產者之間的衝突愈來愈具有兩個階級的衝突的性質。工人開始成立反對資產者的同盟[16];他們聯合起來保衛自己的工資。他們甚至建立了經常性的團體,以便一旦發生衝突在生活上有所保障。有些地方,鬥爭轉變為起義。

工人有時也得到勝利,但這種勝利只是暫時的。他們鬥爭的真正成果並不是直接取得的成功,而是工人的愈來愈擴大的團結。這種團結由於大工業所造成的日益發達的交通工具而得到發展,這種交通工具把各地的工人彼此聯係起來。只要有了這種聯係,就能把許多性質相同的地方性的鬥爭匯合成全國性的鬥爭,匯合成階級鬥爭。而一切階級鬥爭都是政治鬥爭。中世紀的市民靠鄉間小道需要幾百年才能達到的團結,現代的無產者利用鐵路只要幾年就可以達到了。

無產者組織成為階級,從而組織成為政黨這件事,不斷地由於工人的自相競爭而受到破壞。但是,這種組織總是一次又一次地重新產生,並且一次比一次更強大,更堅固,更有力。它利用資產階級內部的分裂,迫使他們用法律形式承認工人的個別利益。英國的十小時工作日法案就是一個例子。

一般說來,舊社會內部的衝突在許多方面都促進了無產階級的發展。資產階級處於不斷的鬥爭中:最初是反對貴族,後來又反對其利益同工業進步相矛盾的一部分資產階級,並且經常反對一切外國的資產階級。在這一切鬥爭中,資產階級都不得不向無產階級呼籲,要求無產階級援助,這樣就把無產階級捲進了政治運動。於是,資產階級自己就把自己的教育因素[17]即反對自身的武器給予了無產階級。

其次,我們已經看到,工業的進步把統治階級中的整個整個的階層拋到無產階級隊伍裡去,或者至少也使他們的生活條件受到威脅。他們也給無產階級帶來了大量的教育因素[18]。

最後,在階級鬥爭接近決戰的時期,統治階級內部的、整個舊社會內部的瓦解過程,就達到非常強烈、非常尖銳的程度,甚至使得統治階級中的一小部份人脫離統治階級而歸附於革命的階級,即掌握著未來的階級。所以,正像過去貴族中有一部份人轉到資產階級方面一樣,現在資產階級中也有一部份人,特別是已經提高到從理論上認識整個歷史運動這一水平的一部分資產階級思想家,轉到無產階級方面來了。

在當前同資產階級對立的一切階級中,只有無產階級是真正革命的階級。其餘的階級都隨著大工業的發展而日趨沒落和滅亡,無產階級卻是大工業本身的產物。

中間等級,即小工業家、小商人、手工業者、農民,他們同資產階級作鬥爭,都是為了維護他們這種中間等級的生存,以免於滅亡。所以,他們不是革命的,而是保守的。不僅如此,他們甚至是反動的,因為他們力圖使歷史的車輪倒轉。如果說他們是革命的,那是鑒於他們行將轉入無產階級的隊伍,這樣,他們就不是維護他們目前的利益,而是維護他們將來的利益,他們就離開自己原來的立場,而站到無產階級的立場上來。

流氓無產階級是舊社會最下層中消極的腐化的部分,他們有時也被無產階級革命卷到運動裡來,但是,由於他們的整個生活狀況,他們更甘心於被人收買,去幹反動的勾當。

舊社會的生活條件在無產階級的生活條件中已經被消滅了。無產者是沒有財產的;他們和妻子兒女的關係同資產階級的家庭關係再沒有共同之處了,現代的工業勞動,現代的資本壓迫,無論在英國或法國,無論在美國或德國,都是一樣的,都使無產者失去了任何民族性。法律、道德、宗教,在他們看來全都是掩蓋資產階級利益的資產階級偏見。

過去一切階級在爭得統治之後,總是使整個社會服從於它們發財致富的條件,企圖以此來鞏固它們已經獲得的生活地位。無產者只有消滅自己的現存的占有方式,從而消滅全部現存的占有方式,才能取得社會生產力。無產者沒有什麼自己的東西必須加以保護,他們必須摧毀至今保護和保障私有財產的一切。

過去的一切運動都是少數人的或者為少數人謀利益的運動。無產階級的運動是絕大多數人的、為絕大多數人謀利益的[19]獨立的運動。無產階級,現今社會的最下層,如果不炸毀構成官方社會的整個上層,就不能抬起頭來,挺起胸來。

如果不就內容而就形式來說,無產階級反對資產階級的鬥爭首先是一國範圍內的鬥爭。每一個國家的無產階級當然首先應該打倒本國的資產階級。

在敘述無產階級發展的最一般的階段的時候,我們循序探討了現存社會內部或多或少隱蔽著的國內戰爭,直到這個戰爭轉變為公開的革命,無產階級用暴力推翻資產階級而建立自己的統治。

我們已經看到,到目前為止的一切社會都是建立在壓迫階級和被壓迫階級的對立之上的。但是,為了有可能壓迫一個階級,就必須保証這個階級至少有能夠維持它的奴隸般的生存的條件。農奴曾經在農奴制度下掙扎到公社社員的地位,小資產者曾經在封建專制制度的束縛下掙扎到資產者的地位。現代的工人卻相反,他們並不是隨著工業的進步而上升,而是愈來愈降到本階級的生存條件以下。工人變成赤貧者,貧困比人口和財富增長得還要快。由此可以明顯地看出,資產階級再不能做社會的統治階級了,再不能把自己階級的生存條件當做支配一切的規律強加於社會了。資產階級不能統治下去了,因為它甚至不能保証自己的奴隸維持奴隸的生活,因為它不得不讓自己的奴隸落到不能養活它反而要它來養活的地步。社會再不能在它統治下生活下去了,就是說,它的存在不再同社會相容了。

資產階級生存和統治的根本條件,是財富在私人手裡的積累,是資本的形成和增殖[20],資本的生存條件是雇傭勞動。雇傭勞動完全是建立在工人的自相競爭之上的。資產階級無意中造成而又無力抵抗的工業進步,使工人通過聯合而達到的革命團結代替了他們由於競爭而造成的分散狀態。於是,隨著大工業的發展,資產階級賴以生產和占有產品的基礎本身也就從它的腳下被挖掉了。它首先生產的是它自身的掘墓人。資產階級的滅亡和無產階級的勝利是同樣不可避免的。



[2] 確切地說,這是指有文字記載的歷史。在1847年,社會的史前狀態,全部成文史以前的社會組織,幾乎還完全沒有人知道。後來,哈克斯特豪森發現了俄國的土地公有制,毛勒証明了這種所有制是一切條頓族的歷史發展所由起始的社會基礎,而且人們逐漸發現,土地公有的村社是從印度起到愛爾蘭止各地社會的原始形態。最後,摩爾根發現了氏族的真正本質及其對部落的關係,這一卓絕發現把這種原始共產主義社會的內部組織的典型形式揭示出來了。隨著這種原始公社的解體,社會開始分裂為各個獨特的、終於彼此對立的階級。關於這個解體過程,我曾經試圖在《家庭、私有制和國家的起源》(1886年斯圖加特第2版)中加以探討。(恩格斯在1888年英文版上加的註。在1890年德文版中刪去了這個註的最後一句話。)
[3] 行會師傅就是在行會中享有全權的會員,是行會內部的師傅,而不是行會的首領。(恩格斯在1888年英文版上加的註)
[4] 「相應的政治上的成就」在1888年英文版中是:「這個階級的相應的政治上的成就」。──譯者註
[5] 法國的新興城市,甚至在它們從封建領主手裡爭得地方自治和「第三等級」的政治權利以前,就已經稱為「公社」了。一般說來,這裡是把英國當做資產階級經濟發展的典型國家,而把法國當做資產階級政治發展的典型國家。(恩格斯在1888年英文版上加的註) 義大利和法國的市民,從他們的封建領主手中買得或爭得最初的自治權以後,就把自己的城市共同體稱為「公社」。(恩格斯在1890年德文版上加的註)
[6] 在1888年英文版中這裡加上了:「(例如在義大利和德國)」。──譯者註
[7] 在1888年英文版中這裡加上了:「(例如在法國)」。──譯者註
[8] 「過去,在1890年德文版中是:「其他」。──譯者註
[9] 這句話中的「文學」(Literatur)一詞是指科學、藝術、哲學等等方面的書面著作。──譯者註
[10] 在1888年英文版中沒有這句話。──譯者註
[11] 在1872、1883和1890年德文版中刪去了:「資產階級文明和」。──譯者註
[12] 在比較後期的各種著作中,馬克思和恩格斯用「勞動力的價值」和「勞動力的價格」等等比較確切的概念(這是由馬克思開始採用的)分別代替了「勞動的價值」和「勞動的價格」等等概念。
[13] 在1890年德文版中刪去了:「最終」。──譯者註
[14] 「受到女工的排擠」在1848年第一個德文版(2月出版的二十三頁本)中是:「受到女工和童工的排擠」。──譯者註
[15] 這句話在1888年英文版中是:「他們不是攻擊資產階級的生產關係,而是攻 擊生產工具本身」。──譯者註
[16] 在1888年英文版中這裡加上了:「(工聯)」。──譯者註
[17] 「教育因素」在1888年英文版中是:「政治教育和普通教育的因素」。──譯者註
[18] 「大量的教育因素」在1888年英文版中是:「啟蒙和進步的新因素」。──譯者註
[19] 在1888年英文版中這裡加上了:「自覺的」。──譯者註
[20] 這句話在1888年英文版中是:「資產階級生存和統治的根本條件是資本的形成和增殖。──譯者註



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